Definizioni, parole chiave e ambito applicativo
La Banca d’Italia definisce le Criptovalute come rappresentazioni digitali di valore da utilizzare quali mezzo di scambio o a scopo di investimento. Negli ultimi anni, complice l’incremento dei mezzi tecnologici, anche gli Italiani sono diventati discreti investitori nel mondo esotico delle monete virtuali (le principali sono Bitcoin e Ethereum) e della finanza decentralizzata, un settore che ha avuto un notevolissimo sviluppo: ormai vi agiscono decine di milioni di utenti finali a livello globale, per un mercato che ormai ha toccato i 100 miliardi.
Requisiti per chi opera nel mondo delle criptovalute
Per potersi addentrare nel mondo delle criptovalute è necessario conoscere alcuni tra i vocaboli principali utilizzati dagli esperti di questo settore:
- BLOCKCHAIN: è un registro pubblico che riporta le transazioni di criptovalute. I blocchi che costituiscono il registro formano un DNA della valuta virtuale e sono generati tramite un algoritmo condiviso da tutta la comunità che usa quella stessa valuta. Impiega personale altamente qualificato;
- TOKEN: ogni criptovaluta è di per sé un token. Recentemente è stato utilizzato anche come un gettone digitale al quale vengono attribuiti un valore determinato in criptovalute e, talvolta, anche specifiche finalità;
- WALLET: portafoglio elettronico utile per conservare e gestire delle criptovalute acquistate. Come per tutto il processo delle criptovalute, il wallet è fornito di un indirizzo digitale univoco simile all’IBAN bancario debitamente criptato;
- EXCHANGE: piattaforma online che permette l’acquisto e la vendita di criptovalute. I prezzi sono stabiliti in base agli scambi effettuati e a seconda della domanda e dell’offerta;
- CFD: contratti standard che replicano l’andamento di asset finanziari e consistono sullo scommettere che quel determinato asset vada in rialzo sul mercato oppure in ribasso a seconda delle quotazioni di mercato;
- NFT: sono delle rappresentazioni digitali di beni unici e ben identificabili collegati al mondo reale che attraverso la vendita e lo scambio sul mercato assumono valore. Non c’è mai un trasferimento fisico del bene ma solo un passaggio di proprietà registrato sulla blokchain.
Come si possono spendere le criptovalute?
Le criptovalute, come dicevamo, possono essere utilizzate quale valuta per acquisto di beni o servizi o per finalità di investimento.
Molte aziende oggi accettano le criptovalute quale metodo di pagamento per gli acquisti online: è possibile acquistare biglietti per viaggi da agenzie online, hotel o compagnie aeree, videogiochi sulle principali piattaforme o fare shopping online tramite piattaforme abilitate. Non solo, nelle grandi città come Milano, Roma e Torino sempre più negozi acconsentono al pagamento tramite criptovalute.
Così come è possibile spendere le criptovalute per l’acquisto di beni o servizi, esistono fondazioni e associazioni di beneficienza che si sono già adeguate al cambiamento.
Come si può investire?
La prima cosa da sapere se si decide di utilizzare le criptovalute come metodo di investimento è che sono estremamente volatili e quindi il valore del wallet varia molto velocemente.
Se l’approccio dell’investimento non è speculativo, l’investitore consapevole dovrebbe tenere saldamente monitorate le fluttuazioni del mercato e decidere giorno per giorno se vendere o acquistare. Un investitore più esperto, una volta archiviate le criptovalute nel proprio wallet, potrebbe accedere ad una piattaforma di exchange che offra anche la possibilità di fare trading e quindi esporsi alle oscillazioni di mercato derivanti dalla compravendita di CFD oppure entrare nel mercato degli NFT.
Tassazione delle criptovalute
Per le persone fisiche che detengono bitcoin al di fuori dell’attività d’impresa, i ricavi non generano redditi imponibili ai fini delle imposte sul reddito se non detenuti a fini speculativi.
Ma se nel periodo d’imposta la giacenza media del wallet, calcolata secondo il cambio vigente, all’inizio del periodo di riferimento supera i € 51.645,69 per almeno sette giorni lavorativi continui le plusvalenze, se trasformate in valuta reale (prelievi o vendite), sono tassate al 26% e vanno indicate in dichiarazione.
Ricordiamo che in sede di dichiarazione è sempre obbligatoria la compilazione del quadro RW ai fini di monitoraggio.
Lo Studio CS professionisti associati offre a tutti coloro i quali fossero interessati, un supporto specifico e personalizzato per una gestione consapevole del vostro wallet.